- Casa di Marta

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COMUNICATO STAMPA DEL 29 SETTEMBRE 2014

La grandezza della solidarietà

Una nuova Casa presidiata e viva 24 ore al giorno, sede della nuova mensa dei poveri, del servizio docce, di una ospitalità temporanea notturna, ma anche della Croce Rossa saronnese, della Guardia medica, dell’ospitalità temporanea ai coniugi separati, di un servizio infermieristico diurno, di spazi di accoglienza per anziani e bambini.
Un luogo di formazione, di cultura, di incontro.
Perché tutti abbiamo bisogno della solidarietà degli altri e gli altri hanno bisogno della nostra solidarietà.

Intervengo sull’argomento in qualità di componente del Comitato promotore e organizzatore della nuova Casa della Solidarietà, che prenderà prossimamente vita in Via Piave, anche  a seguito della preoccupazione esternata da alcuni residenti nel quartiere “Aquilone” in merito al rischio di presunte “pericolosità” legate alla futura frequentazione della Casa.
Innanzi tutto è bene si sappia che il progetto “Casa della Solidarietà” nasce circa un anno fa grazie alla disponibilità di una Fondazione a mettere a disposizione sul territorio di Saronno una struttura capace di attuare una solidarietà rivolta ad una eterogeneità di utenti.
Il progetto è sicuramente  originale, ma anche ambizioso: parrebbe che, almeno in Lombardia, non ci sia ancora qualcosa di analogo.
E’ stato costituito un Comitato promotore e programmatore della Casa che da tempo sta svolgendo una attività “creativa”,  per cercare di inserire, all’interno di un mosaico sicuramente complesso, i vari tasselli che rappresentano le varie attività di servizio che troveranno spazio nella Casa.
Si è cominciato un percorso di incontri e di ascolto delle varie attività solidali già presenti sul territorio, al fine di verificare le varie situazioni e individuare possibilità di sviluppo e di realizzazione di nuovi servizi.
Ad oggi possiamo dire di avere un progetto di massima, ancora assolutamente incompleto, ma idoneo a consentirci un primo passaggio in Consiglio comunale, tale per cui un immobile a destinazione attuale privata per residenza e uffici, assumerà invece una funzione pubblica  per servizi sociali.
Questo passaggio ci consentirà di organizzare finalmente la fase della comunicazione del progetto alla città e, in particolare, al quartiere in cui si colloca l’edificio, andando ad illustrare i vari servizi che potranno trovare destinazione nella Casa.
Rimane comunque consolidata la finalità, che è quella di realizzare una struttura capace di fare solidarietà, di incentivare la solidarietà (e anche il volontariato), di creare socialità, momenti di cultura e di convivialità.
Credo sia qui opportuno dare alcune brevi indicazioni delle funzioni insediabili nella Casa.
Innanzi tutto sarà una Casa che vive nelle 24 ore, in quanto all'interno dei suoi spazi troveranno la loro nuova sede sia la Croce Rossa saronnese, sia il servizio di Guardia medica: questo significa che il presidio della Casa sarà costante e continuativo nel tempo. La Casa cioè rimarrà "controllata" sulle 24 ore, svolgendo la Guardia medica una attività sia notturna, sia nelle giornate di festività.
E’ facile ipotizzare anche  un servizio infermieristico di prima necessità durante il giorno, negli ambulatori utilizzati di sera dalla guardia medica.
Un’altra serie di servizi è stata già ben definita: una mensa per chi ne ha bisogno, il sevizio docce e un ricovero notturno. Una struttura attenta alla solidarietà non può far finta di trascurare alcune situazioni di disagio che si conoscono ben esistenti nella città, soprattutto in un momento di grave difficoltà socio-economica.
La “mensa di Betania” esiste già a Saronno, in una situazione dimensionale un pò "forzata" e i suoi frequentanti (nella stragrande maggioranza residenti a Saronno e di nazionalità italiana) sono autorizzati all'accesso previa verifica da parte della "Caritas" cittadina, che opera una selezione preliminare. Da circa un anno la mensa ha poi una estensione serale, per tre giorni alla settimana,  nella stessa Via Piave, presso l’ex bocciodromo. Anche per motivi di gestione economica della mensa, oggi si sta pensando a spazi più adeguati, dotati di cucina propria, Non mi risulta che l'esistenza della mensa abbia mai portato a problematiche di convivenza nei quartieri dove oggi è ubicata, anzi, l’atteggiamento degli ospiti e la disponibilità sempre più numerosa dei volontari, ha prodotto veri miracoli di umanità.
Il servizio docce. Oggi è già presente in Via Roma, presso l’Oratorio di Regina Pacis, e in Piazza Libertà, negli spazi adiacenti alla Chiesa Prepositurale, in due zone sicuramente molto frequentate. L'unico vero inconveniente evidenziato, quando si verifica, è la interrelazione con funzioni diverse tra i frequentanti le docce e i ragazzi dell'oratorio.  La diversa ubicazione del servizio (previsto peraltro un solo giorno alla settimana) porterebbe ad eliminare anche quell'inconveniente.
Il dormitorio. Un piano della struttura (ha sei piani) verrà adibito all'offerta di ospitalità notturna, suddivisa però in due fasce: una ospitalità per situazioni emergenziali di persone momentaneamente senza casa, e una ospitalità per coniugi separati che hanno dovuto abbandonare la casa all'altro coniuge e che ancora non hanno trovato sistemazione.
Per quanto riguarda la prima categoria (si tratta di 6 posti di letto) spesso il Comune si trova a dover affrontare situazioni improvvise che risolve, quando riesce, mandando a dormire la persona in qualche albergo della città. Si tratta di emergenze che normalmente si risolvono in una notte o in qualche giorno. Talvolta capita che la camera sia difficile da trovare. Avere la possibilità di una struttura capace di assicurare alla città la disponibilità di un numero limitato, ma sicuro, di posti letto costituirà un  punto di riferimento nell'emergenza. Sarebbe anche possibile ricordare l’esperienza della ben nota Casa della Carità di Milano che ospita oltre 100 persone, ma si tratta di tutt'altra dimensione e di diverso impegno: un dato certo che possiamo affermare è che quando è stata aperta, ormai oltre dieci anni fa, ha suscitato perplessità e antagonismi nel quartiere: oggi gli abitanti del quartiere frequentano regolarmente, apprezzandole,  le iniziative (culturali, formative, conviviali) che la Casa propone.
Esiste poi il problema dei coniugi separati. Anche a Saronno si sono avuti purtroppo alcuni casi in cui il coniuge è stato costretto a dormire all'interno della propria autovettura. Il tema della separazione costituisce oggi sicuramente una grave problematica sociale, che non riguarda delinquenti o  "barboni", ma  persone con cui quotidianamente siamo a contatto di gomito nella società reale, magari sono  anche nostri amici, più sfortunati di noi. A loro è stata riservata un’ala del piano con altri sei posti letto.
Ma l'idea della Casa (che si chiamerà "La Casa di Marta")  vorrebbe davvero ampliarsi ad altri servizi e ad altre attività: solo a livello esemplificativo, si sta pensando a una ospitalità temporanea diurna per le persone anziane, in aiuto alle esigenze delle famiglie che hanno un anziano in casa, a una ludoteca e a una biblioteca  capaci di ospitare per qualche ora i bambini che non potessero essere seguiti dai genitori, ma anche creando un aiuto alla crescita facendo stare insieme in modo assolutamente conviviale le mamme insieme ai bambini.
Si stanno ipotizzando anche attività formative, culturali e sociali (si sta pensando anche ai giovani, oggi spesso senza particolari riferimenti alternativi alla navigazione in internet).
Pensiamo a una Casa capace di offrire la possibilità di spazi e occasioni di incontri conviviali, aperta a tutte persone: la frequentazione reciproca porta alla solidarietà reciproca. Pensiamo alla realizzazione  di una animazione serale varia capace di offrire cultura, ma anche svago.
So che qualcuno si sta chiedendo anche quali siano le motivazioni alla base di questa iniziativa e delle persone che la stanno promuovendo . Credo di poter esprimere l’idea comune a tutte queste persone, affermando che esiste la convinzione che non è possibile vivere bene se attorno a noi esistono persone che bene non vivono, e che per tentare di porre rimedio a questa situazione, è necessario mettersi un po’ in gioco, non solo con spirito di solidarietà ma anche di carità cristiana, andando incontro alle situazioni emergenziali che sono presenti nella nostra città e che non possiamo far finta di non conoscere.
Ma la solidarietà non è solo quella rivolta alle persone in stato di povertà o di indigenza: se riflettiamo bene, ciascuno di noi ha bisogno di qualcosa che spesso da solo non può darsi, magari solo di un incontro o di una parola amica. Trovare qualcuno che possa offrirla significa trovare qualcuno che ci offre solidarietà.
E allora possiamo comprendere come la solidarietà è "grande": rappresenta un bisogno per tutti e consente a tutti di mettersi a disposizione degli altri, in un circuito di reciproca utilità.
E potremo davvero scoprire che fare solidarietà può essere bello e gratificante per ciascuno di noi.
E per finire, mi piace ricordare anche la parola di Papa Francesco in occasione della celebrazione del Corpus Domini di quest’anno:  “Quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza….Non abbiate paura della solidarietà!”.
Enzo Volontè

 
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